Film, libri e serie tv

È meglio il film o il libro? Rispondere a questa annosa questione è impossibile, ma niente ci vieta di continuare a porcela

Le storie raccontate nei libri sono da sempre fonte di ispirazione anche in altri campi: in quello cinematografico spesso riscuotono più successo che nella loro versione originale. Molte storie, sia del passato che del presente, oltre ad essere lette, oggi possono essere viste; e se c’è chi ancora, con un po’ di snobismo, pensa che il libro sia sempre meglio del film, è innegabile che anche attraverso i media visivi molte di queste storie sono state scoperte o riscoperte.

Film tratti da libri

Vedere sul grande schermo i personaggi che abbiamo conosciuto fra le pagine dei libri può essere un sogno… o un incubo. Che delusione quando un personaggio, magari descritto come moro, è poi interpretato da un attore biondo.

È quello che succede ne Il Grande Gatsby, film del 2013 di Baz Luhrmann basato sul romanzo di Francis Scott Fitzgerald del 1922, pubblicato in Italia per la prima volta da Mondadori nel 1936 con il titolo Gatsby il magnifico. Nel film Daisy è interpretata da Carey Mulligan, e, se la bravura dell’attrice vale la licenza poetica, lo spettatore potrebbe trovarsi spiazzato, avendo sempre immaginato Daisy mora, così come la descrive Fitzgerald. Il film, con Leonardo DiCaprio nel ruolo di Gatsby, è la quarta trasposizione cinematografica del romanzo.

Le opere pubblicate molto tempo fa, che sono diventate dei veri e propri classici della letteratura, sono anche le più rappresentate da registi e sceneggiatori, ed è interessante vedere come, della stessa storia, ognuno riesca a mettere in luce gli elementi più attuali. Non solo Il Grande Gatsby, quindi, ma anche altri libri del passato hanno varie versioni cinematografiche, come Piccole donne; il film del 2019 è il settimo sulle sorelle March ed è stato scritto da Greta Gerwig, che ne è anche la regista.

Gerwig dà ampio spazio agli elementi più contemporanei, modificando in alcune parti la storia di Louisa May Alcott, pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1868-1869. Le vicende delle sorelle March restano più o meno le stesse, ma più che le convenzioni morali e sociali del periodo è messa in luce la loro umanità; un esempio su tutti: se la vita delle sorelle March e della madre segue fedelmente i dettami della religione, nel film di Gerwig è la loro generosità verso le persone più sfortunate ad emergere, spogliata quasi del tutto della fede in senso religioso. Infine, la scelta di Louis Garrel per interpretare il professor Bhaer, descritto da Alcott come poco attraente, certo non è fedele al libro, ma possiamo perdonarla.

Oltre alla storia e ai personaggi, spesso negli adattamenti può essere cambiata la modalità della narrazione, in ragione anche del diverso mezzo comunicativo; ne Il Grande Gatsby e in Piccole donne la scelta è stata quella di inserire una voce metanarrativa, mentre Chiamami col tuo nome da flashback al passato diventa racconto del presente del protagonista, Elio; anche il luogo e il tempo sono leggermente diversi: la Riviera ligure nell’estate del 1987 nel libro, le campagne cremasche durante l’estate del 1983 nel film. Il libro dello scrittore statunitense André Aciman è stato pubblicato nel 2007 (in Italia nel 2008 da Guanda) e nello stesso anno si è iniziato a sviluppare il soggetto del film, uscito solo nel 2017 con la regia di Luca Guadagnino.

Un altro libro recente trasposto in film è Tre piani di Eshkol Nevo, pubblicato nel 2015 e uscito in Italia per Neri Pozza nel 2017. Nanni Moretti, il regista, per la prima volta ha diretto un soggetto non originale, intervenendo però in modo abbastanza personale sul materiale di partenza. Il fulcro della storia rimane invariato: tre famiglie che abitano in una palazzina borghese; dietro la loro apparenza sobria ed elegante si nascondono vite imperfette e in crisi. Da Tel Aviv a Roma, si perde la tripartizione allegorica per cui i tre piani rappresenterebbero le tre componenti della personalità per Freud, e i personaggi di Nanni Moretti danno vita a una vicenda più corale ma allo stesso modo esistenziale: un buon esempio di come film e libro, se di qualità, possono essere considerati due opere a parte.

Infine, due generi dai quali molti registi e sceneggiatori hanno attinto e continuano ad attingere per trasposizioni cinematografiche sono la letteratura per ragazzi e il fantasy: dai cartoni animati di Walt Disney, ispirati alle fiabe dei fratelli Grimm e di Hans Christian Andersen, alle versioni cinematografiche de La fabbrica di cioccolato (1971 e quella di Tim Burton con Johnny Depp del 2005) e di Matilda di Roald Dahl (con il titolo Matilda 6 mitica, di Danny DeVito), fino a kolossal come Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien e Harry Potter di J.K. Rowling.

Serie tv e libri

Soprattutto negli ultimi anni, con la grande diffusione della cultura delle serie tv e delle piattaforme di streaming on demand, una forma sempre più sperimentata per raccontare con il mezzo visivo le storie scritte nei libri è quella della serie tv. Un po’ la disaffezione verso il cinema e un po’ il generale calo della nostra capacità di attenzione hanno contribuito a fare la fortuna di questo modo narrativo e a estenderla anche ai libri, a cui alcune serie si ispirano, e ai loro autori.

Persone normali è il titolo del libro di Sally Rooney pubblicato nel 2018 (in Italia nel 2020 da Einaudi) e dal quale è stata tratta l’omonima serie tv del 2020. Le complicazioni emotive e relazionali di Marianne e Connell, così diversi ma così intimamente legati, insieme all’atmosfera malinconica, ne hanno fatto un vero e proprio fenomeno internazionale, con sempre più interesse anche per l’autrice e per i suoi successivi lavori.

Prima del successo di Persone normali, già un’altra serie tv aveva riacceso interesse verso il libro a cui era ispirata e la sua autrice: si tratta de Il racconto dell’ancella, romanzo distopico di Margaret Atwood uscito nel 1985. Atwood mette in scena un futuro nel quale la capacità riproduttiva della specie umana è compromessa e questo rende le donne vittime di un sistema che nega la loro autodeterminazione. La serie tv, la cui protagonista è interpretata da Elisabeth Moss, è uscita nel 2017 e la prossima stagione (la sesta) sarà l’ultima. Per quanto il libro di Atwood sia lungo (sulle 400 pagine), com’è stato possibile diluirlo in così tante stagioni?

Come spesso accade per la trasposizione di libri in serie tv, i primi diventano col tempo e con l’andare avanti delle stagioni un punto di partenza per poi svilupparne la sceneggiatura quasi autonomamente. Così è per Il racconto dell’ancella, ma anche per Il trono di spade, produzione da milioni di dollari a puntata basata sui romanzi di George R.R. Martin conosciuti come le Cronache del ghiaccio e del fuoco. In questo caso la licenza poetica degli sceneggiatori è stata possiamo dire una necessità: i creatori David Benioff e D.B. Weiss hanno realizzato le ultime due stagioni su soggetti originali, visto che dei sette libri previsti dall’autore, due sono ancora inediti.

Libri tratti da film

A volte il percorso che compie una storia non è dal libro al film, ma all’inverso: a partire da pellicole particolarmente amate, non è raro che vengano poi pubblicati i libri corrispondenti. Se i film tratti dai libri rischiano sempre di sollevare le polemiche dei cultori della pagina stampata, la situazione inversa non rende le cose più semplici.

C’è da dire che spesso l’uscita di libri ispirati a pellicole cinematografiche o serie tv è un’operazione di marketing, ma anche in questo caso non mancano prodotti di qualità, come Arrivederci ragazzi, primo libro del regista francese Louis Malle, pubblicato nel 1993 (in Italia dalla casa editrice Archimede) a seguito dell’omonimo film del 1987. La storia in questo caso è fedele alla prima versione (cioè il film), ispirata a ricordi d’infanzia del regista e autore e ambientata nella Francia dell’occupazione nazista.

Tanto più il regista e il film sono famosi, però, tanto più sembra evidente l’intento commerciale di questa operazione, come è successo per Star Wars, di cui George Lucas è regista e autore, e per Pirati dei Caraibi, serie di film usciti dal 2003 al 2017 (nel 2020 è stata confermata l’uscita anche di un sesto). I tredici libri ispirati ai film, scritti da Rob Kidd e illustrati da Jean-Paul Orpinas non hanno replicato il successo dei film: il legame con l’originale è debole e la storia si discosta troppo da quella vista al cinema.

È meglio il libro o il film?

Queste sono solo alcune delle storie che è possibile gustare sia con il naso fra le pagine di un libro sia di fronte a uno schermo e i due ambiti non smettono di interfacciarsi, che sia per ragioni di marketing o per vera ispirazione.

Chiedersi se sia meglio il film o il libro ha quindi poco senso, anzi, toglie forse un po’ anche di gusto; si tratta pur sempre di due opere indipendenti,espressione di punti di vista diversi: quello dell’autore e quello dell’autore attraverso il filtro del regista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *