Come pubblicare il proprio libro all'estero

Sembra impossibile, ma è solo molto difficile: scopri come pubblicare il tuo libro all’estero

Molti autori e autrici sperano di ampliare la cerchia dei propri lettori, e così il proprio successo, esportando la propria storia all’estero. Ma, fra vendita dei diritti d’autore e panorami editoriali diversi da quello italiano, può sembrare una missione impossibile. Che tu scelga di tentare la fortuna all’estero con alle spalle una casa editrice o un agente letterario, oppure in autonomia, devi sapere che le strade per arrivarci sono molte e non tutte lineari. Il punto di partenza è gettarsi in questa impresa con la massima serietà, non tanto per provare: è questo l’unico modo per sperare di avere delle ricadute positive a livello di pubblico e vendite. Vediamo passo dopo passo come fare e qualche consiglio utile per pubblicare il proprio libro all’estero.

Pubblicare all'estero: missione impossibile?

L’italiano lo parliamo in pochi e lo leggiamo in ancora meno. Il mercato editoriale estero può farti gola anche per questo motivo, che trova una conferma nei numeri: l’editoria anglofona è senza dubbio quella che sposta un capitale maggiore, e gli Stati Uniti da soli rappresentano il 30% del mercato editoriale.

Quasi tutti gli autori e le autrici sperano prima o poi di vedere il proprio libro tradotto in un’altra lingua, ma non è così semplice né così immediato. Anzi, a volte può apparire impossibile, e in alcuni casi lo è: non tutti i libri sono infatti adatti al mercato editoriale di un paese diverso da quello di provenienza.

Ma quali sono i libri che possono avere successo all’estero? Dipenderà innanzitutto dal paese di destinazione, ma in generale le opere candidate sono quelle di grande valore (pensiamo ai classici) o quelle più commerciali, che magari cavalcano una specifica tendenza a livello di genere e tematica.

Se il tuo libro racconta la storia del piccolo paese sperduto da cui proviene la tua famiglia, dovrà coniugare a questa tematica elementi più trasversali e non accondiscendere troppo a stereotipi e cliché: al di fuori dei confini nazionali (o addirittura regionali) in pochi potrebbero coglierli. Coniugare uno scenario di sapore locale a tematiche di respiro più ampio è stato proprio il mix che ha portato così tanto successo alla serie di romanzi di Elena Ferrante l’“Amica geniale”.

Condizione imprescindibile perché un libro venga tenuto in considerazione per una pubblicazione all’estero è, prima ancora del successo, la cura con cui viene scritto e revisionato: non ci devono essere problemi linguistici, stilistici né tantomeno strutturali. Per questo, prima di pubblicare un libro – soprattutto con il self publishing – è necessario affidarsi a professionisti che si occuperanno dell’editing e della correzione di bozze.

Aver scritto un buon libro, però, non permette automaticamente di accedere al mercato estero, che andrà indagato e conosciuto a fondo, per valutare anche eventuali adattamenti: soprattutto la lingua e il contesto potrebbero non essere immediatamente comprensibili a un lettore inglese, spagnolo, tedesco… e questo può giocare a tuo sfavore nella valutazione da parte di una casa editrice estera.

A volte però può accadere, anche se in tutta onestà è ben più raro, che libri misconosciuti o considerati di poco valore trovino un pubblico ben più caloroso all’estero. È questo il caso del filone della cosiddetta “uplifiting literature” giapponese, che vede come protagonisti attività commerciali amene e personaggi pittoreschi che nello scorrere quieto e identico della loro vita trovano un guizzo che diventa la loro svolta esistenziale. In patria considerati poco più che i nostrani Harmony.

Pubblicare all'estero: tutti gli step

Se hai pubblicato un libro con una casa editrice o sei seguito da un agente letterario (serio), la porta d’accesso principale all’editoria estera sono senza dubbio le fiere internazionali del libro, come quelle di Londra e Francoforte.

Durante questi eventi gli addetti ai lavori comprano e vendono i diritti di traduzione di migliaia di titoli. Cosa porta una casa editrice a interessarsi a un titolo piuttosto che a un altro?

Scout e agenti dovranno considerare in primo luogo le richieste del mercato del proprio paese, ma anche il successo dato dal passaparola ha un ruolo. Per questo spesso sono proprio i libri vincitori di premi letterari ad essere ambiti per la traduzione. “I miei stupidi intenti”, di Bernardo Zannoni, vincitore del Premio Campiello 2022, è stato tradotto in spagnolo, tedesco, francese fra le altre, e recentemente è stato pubblicato anche negli Stati Uniti.

Una volta letti i report degli scout e scovati titoli interessanti durante le fiere, la casa editrice che detiene i diritti d’autore e la casa editrice acquirente concordano le condizioni d’acquisto. La seguente traduzione verrà fatta da professionisti capaci di rendere non solo la lingua ma anche il contesto dell’opera. Probabilmente sia titolo che copertina verranno adattati al paese della traduzione, in modo da garantire un maggior successo in libreria.

Pubblicare all'estero in autonomia

Se le fiere sono le vere e proprie fucine di titoli esteri da tradurre, internet ha almeno in parte cambiato le carte in tavola, rendendo possibili e più immediate anche strade alternative per poter vedere il proprio libro pubblicato all’estero, oltre ad essere una fonte di nuove scoperte anche per agenti e scout.

Se vuoi muoverti in autonomia alla ricerca di una casa editrice estera interessata nel tuo libro, dovrai prendere alcuni accorgimenti per evitare di sprecare tempo ed energie. I primi passi da fare sono diversi se il libro è stato pubblicato attraverso una piattaforma di self publishing oppure da una casa editrice. In questo secondo caso dovrai attenerti al contratto di edizione per le modalità di un’eventuale pubblicazione all’estero.

Se invece vuoi proporre un libro pubblicato in self publishing, potrai cercare una casa editrice estera o autopubblicarlo tradotto in massima libertà. In entrambi i casi è importante considerare che la versione italiana già pubblicata sia un buon libro: di sicuro nessuno è interessato a un prodotto mediocre e narrativamente non curato.

Cercare di pubblicare il proprio libro all’estero da soli comporta quindi un investimento iniziale: sia nella cura della versione originale, sia nella traduzione. Non basta conoscere una lingua per saper tradurre un libro al fine di presentarlo a una casa editrice; la figura che si occuperà della traduzione dovrà essere madrelingua e specializzata in traduzione narrativa, poetica, saggistica…

Se non hai un agente letterario alle spalle dovrai pensare a come presentarti all’editore, mentre se opti anche per l’estero per il self publishing dovrai trovare un grafico per una copertina ad hoc – anche in questo campo i gusti cambiano da un paese all’altro.

Soprattutto se scegli il self publishing, ma anche se troverai una casa editrice, è bene conoscere il mercato editoriale di destinazione: la stessa storia può essere percepita – e commercializzata – in modo diverso. Ad esempio, “I gatti di Shinjuku” di Durian Sukegawa, in Giappone è uscito in una collana per ragazzi, per in Italia nei Super Coralli di Einaudi, insieme a titoli letterari e classici contemporanei.

Esistono poi anche realtà che si occupano di mettere in contatto autori e case editrici internazionali, fungendo da intermediari, e che potrebbero semplificare il percorso.

Che tu scelga di affidarti a qualcuno o che conti solo sulle tue forze, gli aspetti da considerare prima di tentare la pubblicazione all’estero sono molti e complessi, dati in primo luogo dai diversi contesti sociali, economici, culturali ed editoriali.

Avere fra le mani un’opera forte dal punto di vista stilistico, linguistico e narrativo è il più importante biglietto da visita, anche se un po’ di successo alle spalle spesso, purtroppo, è ciò che dà la spinta giusta per riuscire nell’impresa.

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