Librogame: la trama la crei tu

Complice una diffusa nostalgia per gli anni ’70 e ’80, i librigame negli ultimi anni sono tornati sulla scena editoriale. Ma di cosa di tratta?

I librigame sono tecnicamente libri-gioco, ovvero libri che non si leggono solamente, ma che consentono al lettore di prendere parte in prima persona alla trama. Sono nati negli anni ’70, ma esistono esempi riconducibili a questo genere editoriale anche precedenti, e con i librigame veri e propri condividono la possibilità di finali alternativi. Se l’avvento dei videogiochi negli anni ’90 ha fatto scemare il loro successo, oggi sono di nuovo diffusi e amati da lettori e giocatori di tutte le età. Tradizionalmente appartenenti al mondo fantasy, non mancano esempi di librigame gialli, horror e rosa! Scopriamo insieme come funzionano e la loro storia.

Cosa sono i librigame?

Apparentemente libri tradizionali, la suddivisione interna dei librigame è studiata per una lettura non lineare: di solito troviamo paragrafi o capitoli numerati e ogni sezione si conclude con varie opzioni fra cui scegliere per andare avanti.

Al lettore si chiede di immedesimarsi in un personaggio della storia, che per questo spesso è narrata alla seconda persona singolare. Operando delle scelte, il lettore crea la propria trama, che avrà non solo un finale, ma anche uno svolgimento diverso a ogni lettura.

Con l’avvento dei giochi di ruolo (come Dungeons & Dragons) ha fatto il suo ingresso nei librigame l’elemento aleatorio, che nei primi è rappresentato dalla casualità del lancio di dadi. Con i libri, di solito i dadi si “tirano” aprendo una pagina a caso e guardando i due dadi disegnati nell’angolo in alto.

Infine, sempre per l’influenza dei giochi di ruolo, esistono anche librigame studiati non solo per un singolo lettore, ma per un gruppo di giocatori.

Gli antenati dei librigame

Il meccanismo alla base del librogame, il rimando, può essere rintracciato fin dall’avvento del “codex”, ovvero l’antenato del libro come lo conosciamo oggi, rilegato su un lato. Questa forma rendeva possibile anche una fruizione non lineare, impensabile per i “volumen”, lunghissimi rotoli di pergamena che, man mano che la lettura procedeva, venivano arrotolati dall’altro lato.

E i primi tentativi di finali alternativi non riguardano solo le storie da leggere; ad esempio, Mozart pensò a più conclusioni per il “Don Giovanni”: a volte portava in scena la versione tragica, a volte quella a lieto fine.

Vari autori hanno poi riflettuto sulla possibile capillarità e ramificazione delle narrazioni, come Jorge Luis Borges nel racconto “Il giardino dei sentieri che si biforcano” (1941). Bisognerà aspettare gli anni ’60 affinché le potenzialità di una lettura non lineare escano dal campo della riflessione critica e diventino vere e proprie opere letterarie.

La nascita e il tramonto dei librigame

Nonostante i primi librigame veri e propri siano stati pubblicati nel Regno Unito e negli Stati Uniti, un grande contributo – non solo teorico – l’ha dato il movimento sperimentale francese OuLiPo (che sta per Ouvroir Littérature Potentielle).

Oltre ad aver riflettuto sulla struttura ad albero e sulle sue potenzialità narrative e creative, è proprio uno dei suoi membri, Raymond Queneau, a pubblicare uno dei primi esempi di librogame, dal titolo “Un racconto a modo vostro”, comparso sulla rivista “Lettre Nouvelle” nel 1967.

Il primo librogame, o meglio, la prima serie di librigame arrivata in Italia è invece “Avventure nell’isola”, ideato da Edward Packard, un avvocato, per i suoi bambini, ed edito nel 1976 negli Stati Uniti. Nel 1982 la casa editrice Nuove Edizioni Romane lo traduce e pubblica in Italia.

Il successo spinse la Bantam Books a inaugurare una serie – sempre di Packard, insieme a R.A. Montgomery – dal titolo “Choose your own adventure”, pubblicata in parte in Italia da Mondadori nel 1986 con il titolo “Scegli la tua avventura”.

Nel frattempo iniziano a diffondersi i giochi di ruolo, che avevano lo scopo di creare una storia in gruppo, senza vincitori e potenzialmente senza una fine. Sulla base del successo di Dungeons & Dragons, uno dei primi e più famosi giochi di ruolo, nel 1975, all’ultimo piano di un palazzo di Londra, Ian Livingstone e Steve Jackson fondano la Games Workshop.

Oggi multinazionale, al tempo era solo l’organizzazione con la quale i due portarono D&D nel Regno Unito. Contattati dalla casa editrice Penguin per la redazione di un manuale sulle regole di questo gioco di ruolo, quello che alla fine venne pubblicato nella sezione per ragazzi era un vero e proprio librogame, il primo della serie “Fighting Fantasy”.

Ma, uno dei creatori più celebri di librigame, nonché in parte fautore del loro ritorno – come vedremo a breve – è Joe Dever, autore della serie “Lupo solitario”, che prende avvio nel 1984 con il libro “I signori delle tenebre” e che ha come protagonista un monaco cavaliere sopravvissuto all’annientamento del suo ordine.

Pubblicata in Italia nella collana Librogame della casa editrice EL, è l’unica serie delle trentaquattro che ne facevano parte a essere sopravvissuta agli anni ’90. Sul finire dello scorso millennio, infatti, complice la nascita e la diffusione dei videogame, la sorte dei librigame è andata declinando, nonostante fossero un vero e proprio fenomeno di costume, nonché un valido strumento per avvicinare i più piccoli alla lettura in modo divertente e interattivo.

Il ritorno dei librigame

Quando Joe Dever mise all’asta alcune vecchie copie della sua serie di librigame, si rese conto che c’era ancora un interesse verso questo genere, benché la vendita all’asta comportasse un dispendio eccessivo da parte degli appassionati.

Nel 2004 la casa editrice Armenia ha ripubblicato la serie in Italia e in seguito lo stesso Joe Dever è stato invitato alla manifestazione Lucca Comics&Games, confermando che l’attenzione era ancora viva. Oggi, durante questa manifestazione, viene assegnato un premio in suo onore alla migliore iniziativa editoriale.

Successivamente, la nostalgia per gli anni ’70 e ’80 è letteralmente esplosa, grazie anche all’enorme successo della serie tv “Stranger Things”, ambientata in quegli anni, e questo ha riportato in auge la formula dei librigame, narrazioni non lineari dove il o i lettori sono protagonisti e registi della storia.

Alcuni librigame da non perdere

Se il mondo privilegiato dei librigame è senza dubbio quello fantasy e sci-fi, non mancano esempi che si discostano da questi generi. Soprattutto negli ultimi anni, le potenzialità creative dei librogame sono state esplorate in modo ancor più vario. Vediamo qualche titolo!

"Inferno", Alberto Orsini, Watson Edizioni, 2021

Ebbene sì, in questo librogame vi ritroverete nella Selva Oscura di Dante Alighieri, ma non per rintracciare la retta via, bensì per ritrovare Dante stesso. Il meno noto fratello del Sommo Poeta, Francesco, dovrà infatti salvarlo.

"Fresco di stampa", Alberto Orsini e Francesco di Lazzaro, Plesio Editore, 2019

Chi sogna di fare il giornalista e addentrarsi nei meandri della redazione di un quotidiano può indossare i panni di Marco Goretti, protagonista di questo librogame. Fra il tentativo di farsi rispettare dai colleghi più anziani e la ricerca della notizia che lo porterà alla ribalta del giornalismo, dovrete aiutare Marco a perseguire i propri sogni.

"Un giorno da cana", Stefano Tartarotti e Christian Giove, Ms Edizioni, 2020

In questo caso abbiamo un fumetto a bivi con protagonista una cagnolina, Lucy, che deve esplorare i dintorni della sua nuova casa, trovandosi così a vivere sempre nuove avventure insieme agli altri personaggi che incontra.

"Cosa pensavi di fare? Romanzo a bivi per umanisti sul lastrico", Carlo Mazza Galanti, Il Saggiatore, 2020

L’umanesimo, delizia del Rinascimento e croce della contemporaneità: quali sorti attendono chi ha avuto la sventurata idea di seguire il proprio cuore che batte per la letteratura, la storia o la filosofia? Come queste scelte di studio e di professione influiscono sugli altri aspetti della vita, amore compreso? Il protagonista sei tu, umanista allo sbaraglio, e i bivi sono le scelte che hai fatto, che farai o che avresti fatto se… In fondo uno dei giochi preferiti di chi ama lambiccarsi la mente!

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