London Book Fair: cos'è e come funziona?

Anche quest’anno, come ogni anno da quando è nata – nel 1971, nella hall del Berners Hotel e come semplice tavolo d’affari per scambiarsi titoli tra piccoli editori – dal 12 al 14 marzo, presso l’Olympia London si terrà la London Book Fair. 

Cos'è la London Book Fair?

Fiera editoriale che ha avuto ben presto un tale successo e una crescita talmente esponenziale da essere diventata, dopo Francoforte, la seconda in Europa e una delle più importanti fiere del libro al mondo. 

Dunque sì, è una fiera del libro – immagino stiate pensando al Salone di Torino –, ma oltre a offrire seminari, conferenze, eventi intorno a libri di tutti i generi, da tutto il mondo, pubblicati da piccole, medie e grandi case editrici, la London Book Fair è un evento fondamentale per gli addetti ai lavori per lo scambio e l’acquisto di diritti di traduzione e pubblicazione. 

Una fiera del libro o dei diritti editoriali?

Diciamocela tutta: è una fiera dei diritti editoriali, che ha poco a che fare con quelle che in genere si conoscono e si frequentano – quelle in cui stand sterminati offrono una marea di libri in vendita, in cui ti siedi ad ascoltare il tuo autore preferito o gironzoli sfiorando copertine ed espositori e ti fermeresti a parlare pure con il muro se volesse intavolare una discussione sull’autopubblicazione del generale Vannacci.

Alla London Book Fair non si vendono i libri, ma si vendono e si comprano i diritti internazionali di traduzione. La merce è questa, del tutto immateriale, spesso già preannunciata e in parte condivisa, tramite contatti e-mail. 

Anche la rights list è già stata scambiata – è il catalogo dei libri disponibili per la vendita dei diritti, con un breve riassunto dell’opera, la biografia dell’autrice o dell’autore, qualche spunto che susciti l’interesse di chi compra, a volte qualche giudizio della critica sull’opera, la specifica dei Paesi per cui i diritti sono disponibili – e molti appuntamenti tra editori sono stati fissati preliminarmente. 

A caccia dei diritti per le prossime pubblicazioni internazionali

Intorno a un tavolo, con ritmi serrati, i responsabili delle varie case editrici si incontrano e discutono i titoli che vengono proposti per la vendita o per l’acquisto, la maggior parte dei quali compaiono nel catalogo dei diritti ma non in esposizione negli espositori dello stand. 

È raro trovare spazi liberi tra un appuntamento e un altro, soprattutto per le grandi case editrici che spesso hanno diversi responsabili per settore, a seconda delle acquisizioni e delle aree di vendita. Le case editrici più piccole, invece, si affidano a uno o due rappresentanti multitasking. 

È praticamente impossibile avere contatti o scambi senza aver concordato un appuntamento in anticipo. L’inglese è la lingua predominante ed è ovviamente indispensabile, ma è possibile comunicare in altre lingue se si ha una conoscenza sufficiente.

Il chiacchiericcio di sottofondo alla London Book Fair è continuo: tutti parlano incessantemente, in ogni lingua immaginabile, uno dopo l’altro, ma nella vasta hall, grazie alle notevoli dimensioni, non c’è un caos eccessivo. 

Quando ci si avventura nello spazio riservato agli agenti letterari, il cosiddetto “hub” dell’International Rights Centre al secondo piano, il brusio si fa ancora più insistente e le voci si moltiplicano. Non ci sono libri, al massimo qualche foglio volante, scappato dai punti della spillatrice, qualche tablet o computer sui tavoli.

Cosa succede dopo la London Book Fair?

Una volta conclusasi la London Book Fair, o meglio, conclusosi il carosello dei contatti, comincia il lavoro di vera contrattazione. Perché è al ritorno in redazione che ogni editore, tra le varie proposte decide cosa realmente acquisire: con la lettura da parte degli editor dei libri che sono sembrati più interessanti, la valutazione della resa delle traduzioni, la quantificazione dei costi, la stesura di un progetto editoriale per avanzare, con tutte le valutazione del caso, un’offerta. 

Dopo il contatto diretto, saranno di nuovo i file in pdf, gli scambi via mail, le intese in rete a concretizzare il passaggio di chissà quanti libri da una lingua a un’altra, la loro diffusione in altri Paesi, altre città, tra altri lettori. 

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